giovedì 2 agosto 2012

Pensiero magico, scienza e poteri occulti

In senso molto generale, il pensiero magico consiste nell’attribuire poteri straordinari e quindi misteriosi a cose, luoghi o persone, in modo tale che gli effetti da essi prodotti appaiano superiori alle loro cause naturali. Tipico in questo senso è latteggiamento dei bambini che, proiettando su personaggi reali o fantasiosi la loro immaginazione, attribuiscono ad essi capacità straordinarie, senza che il loro pensiero trovi riscontro nella realtà[1]. Similmente rientra nel pensiero magico l’atteggiamento «superstizioso» o la «vana osservanza» che attribuisce ad amuleti, talismani, braccialetti, pietre, numeri, ecc. un potere di protezione o al contrario di sventura, in virtù di non ben precisati legami di causalità. Espressione di un pensiero magico è anche il ritenere possibile la trasmissione a distanza dei contenuti mentali ad altri senza mediazione alcuna, o il movimento di oggetti con il solo uso del pensiero. 
Il pensiero magico – nelle sue varie forme – ha ricadute sulla vita personale e sociale, sia a livello di riflessione teorica, come modo di comprensione e di approccio alla realtà, sia a livello di comportamento che determina la prassi e il vivere quotidiano e in questo duplice senso può incidere su una determinata cultura[2]. Di fatto, il pensiero magico può costituire un vero e proprio surrogato della filosofia, come chiave interpretativa del reale (Weltanschauung), fino a diventare una filosofia di vita o una «via di salvezza», assumendo quindi il carattere di una «religione» o «spiritualità» in senso lato, spesso, però, evitando il confronto diretto con le domande della ragione che seriamente si interroga sull’esistenza e sulla natura di Dio e del mondo, e sui rapporti di causalità, anzi, rifiutando categoricamente le riflessioni metafisiche e teologiche.


Sotto un profilo differente, la magia viene definita anche come l’arte, ossia la capacità di manipolare la realtà abilmente in modo da nascondere agli osservatori le cause reali dei risultati prodotti. Rientrano in questa categoria i giochi di prestigio o la «magia naturale» che dipende da risultati ottenuti, in modo naturale, grazie alle conoscenze scientifiche o specialistiche in un determinato campo[3]. La «tentazione» di manipolare le forze presenti nella natura in modo prodigioso ha sempre stimolato l’uomo verso la ricerca di nuove competenze scientifiche, ma ha anche aperto le porte all’occultismo, ossia alla ricerca di forze sconosciute che permettessero di avere un potere misterioso sulla realtà.  
Il legame tra scienza e magia, nel senso specifico di magia occulta, si è particolarmente sviluppato verso la fine del medioevo e nel periodo rinascimentale, ad opera di pensatori come Ruggero Bacone (1214-1294), Marsilio Ficino (1433-1499), Giordano Bruno (1548-1600), Tommaso Campanella (1568-1639), contribuendo ad intensificare quel rapporto reciproco tra sapere e potere, che fa leva sulla volontà di dominio e sulla potenza del desiderio umano[4]. In questo periodo ci si rivolge alle forze della natura, attraverso la magia, l’astrologia e lalchimia, nella convinzione che «tutto è vivo e animato, e tutto è solidale, e l’uomo può, attraverso quei viventi ministri di Dio che sono gli astri, invocare Dio»[5]. Alla base di questa mentalità, tutt'altro che infantilistica, vi era la convinzione che esistesse una corrispondenza tra macrocosmo (universo) e microcosmo (uomo), e che tutto il mondo fosse soggetto ad un intreccio complesso di forze e di influssi misteriosi dovuti ad una certa vitalità o «animazione» dellorganismo cosmico[6].


Questa visione olistica del mondo oggi sembra ritornata di moda, soprattutto in ambienti influenzati dal New Age, dove i «risultati magici» sono attribuiti ad energie naturali presenti in oggetti particolari (forze di tipo fisico) o nelle persone (forze di tipo psichico). Altre volte, e qui entriamo nel terreno dell’animismo o «spiritismo», tali presunti poteri si attribuiscono ad esseri viventi invisibili (spiriti, anime, divinità, demoni, intelligenze superiori, ecc.), che vengono invocati appositamente per ottenere benefici o malefici (neostregoneria e satanismo). Reiki, channeling, wicca, neosciamanesmio, psicologia transpersonale, sono soltanto alcune delle pratiche oggi diffuse che dipendono da una concezione irrazionale della realtà, fondata sulla convinzione che esista una sostanziale identificazione tra microcosmo e macrocosmo, che non fa distinzione tra dimensione psichica e spirituale, tra Dio e mondo (energia cosmica), negando alla persona la dignità del suo essere individuale e libero, che trascende spiritualmente ogni cosa creata.


[1] Fondamentali a questo proposito sono gli studi di J. Piaget: Lo sviluppo mentale del bambino e altri studi di psicologia, Einaudi, Torino 1967; La rappresentazione del mondo nel fanciullo, Boringhieri, Torino 1966.

[2] Cf E. De Martino, Il mondo magico. Prolegomeni ad una storia del magismo, Boringhieri 1973; Id., Sud e magia, Feltrinelli, 2001; Id., Mondo popolare e magia in Lucania, Basilicata, 1975.
[3] Un esempio è il fenomeno del ghiaccio che brucia, cosa apparentemente prodigiosa, ma possibile grazie al fatto che in determinate condizioni di pressione e di temperatura, nella trasformazione dell’acqua in ghiaccio, possono essere immagazzinate molecole di metano, che liberandosi possono dare origine alla combustione. 
[4] Il rapporto tra magia e scienza è visto dagli storici sotto due prospettive diverse. Da un lato autori come L. Thorndike e R. Hall sostengono che fino al XVII secolo le ricerche scientifiche si siano svolte in simbiosi con le pratiche magiche, dopodiché le due forme culturali avrebbero preso strade distinte. In questo senso lo sviluppo della scienza seicentesca sarebbe da intendersi come un costante progresso e una sistematica eliminazione di modelli di spiegazione scientifica inadeguati. Dopo la seconda guerra mondiale, autori quali W. Pagel, D.P. Walker, F.A. Yates, C. Webster e, per l'Italia, E. Garin, P. Rossi e P. Zambelli, ritengono che idee connesse con la magia spirituale e demoniaca ebbero un'influenza ininterrotta sul movimento scientifico europeo. Cf F.A. Yates, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza, Roma-Bari 1969; C. Webster, Magia e scienza da Paracelso a Newton, Il Mulino, Bologna 1984; P. Rossi, Francesco Bacone: dalla magia alla scienza, Einaudi, Torino 1974.
[5] E. Garin, Magia e astrologia nella cultura del Rinascimento, in E. De Martino (a cura di), Magia e civiltà, Garzanti 19843, p. 29. «In uno dei più famosi manuali di magia del Medioevo leggiamo questa preghiera al Sole, che precedeva le pratiche per ottenere il favore dei re: “O tu che sei la radice del cielo, sopra tutte le stelle, sopra tutti i pianeti, santo, onorato… tu che sei la luce del mondo, io ti invoco con tutti i tuoi nomi… ti scongiuro per Colui che ti ha dato la luce e la vita”» (ibid.)
[6] Il francescano Ruggero Bacone considerava «i rapporti ultimi della realtà come rapporti personali, non numeri e ragioni e misure, ma frate Sole e sorella Luna, e frate Lupo e sorella Acqua, e fratelli e sorelle tutti gli enti creati, e su tutti Dio padre; in luogo di una trama di logiche essenze appare un giuoco sempre nuovo di esistenze, aperto a tutte le possibilità e a tutte le persuasioni» (ibid., p. 30). Per Giordano Bruno – che si dirige verso una forma di «divinizzazione» della natura – l’infinito in cui viviamo e che vive in noi «non è materia, perché non è figurato né figurabile; non è terminato né terminabile. Non è forma, perché non informa…, [ma] è totalmente forma, che non è forma; è totalmente materia che non è materia; è talmente anima che non è anima: perché è il tutto, uno, infinito, vivente e assoluto» (ibid.).