sabato 3 settembre 2011

Il buio che è in noi


Abitualmente siamo portati a pensare che la maggiore difficoltà nel credere all’esistenza di Dio dipenda dal fatto che non lo vediamo. In realtà il problema non è «fuori» di noi, ma è «dentro» di noi: Dio ci impegna troppo. Dire che Dio non esiste è solo apparentemente facile. Chi se la sente di abbandonare Dio a cuor leggero, lasciando cadere nel «vuoto esistenziale» la propria vita? Ci viene a mancare il fondamento ed insieme lo scopo del nostro vivere. Ogni speranza è stroncata ancor prima di nascere: che significato ha la vita, se poi tutto finisce con la morte? Ugualmente, se ammetto l’esistenza di Dio, la mia vita si fa impegnativa, perché sono costretto ad orientarmi in una precisa direzione, la mia responsabilità diventa decisamente più seria, la mia libertà non è più assoluta, ma condizionata da una Verità: devo scegliere il bene e non il male, il vero e non il falso, il giusto e non l’ingiusto... Devo accettare di non essere io il creatore di me stesso, di dipendere da Colui che mi ha dato la vita, devo accettare la responsabilità nei confronti di ciò che sono, di ciò che mi è stato donato e dell’uso che ne faccio.

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