venerdì 18 novembre 2011

Cammini paralleli


Le più antiche testimonianze storiche della cultura umana - suppellettili ed iscrizioni sacre - ci parlano della naturale religiosità dell’uomo, del suo rapporto con la divinità caratterizzato da uno stretto legame con i fenomeni della natura e con il governo del cosmo. 
La filosofia classica, che da millenni guida l’indagine razionale sul nostro vivere ed è all’origine della cultura occidentale, a partire dalla riflessione intellettuale sull’essere, è giunta ad affermare l’esistenza di Dio come Essere Assoluto, fondamento di ogni cosa. 
Le religioni orientali, sulla base delle dottrine dei vari “maestri” e degli antichi “libri sacri”, sottolineano la dimensione sacrale della vita umana e danno ampio spazio ai rituali e al culto della divinità. 
Uomini di scienza (come Galileo Galilei, Isaac Newton, Alessandro Volta, Max Plank e molti altri) nelle varie epoche storiche, hanno riconosciuto la necessità dell’esistenza di Dio, a partire dalla scoperta delle leggi “immutabili” e perfette che regolano il cosmo. 
Pensatori e letterati di tutti i tempi, da Maimonide ad Hegel, da Pascal a Floresnkij, da Dante Alighieri a Tolkien, hanno posto al centro della loro vita e delle loro opere il riferimento a Dio, con cui si sono confrontati apertamente, contribuendo a dar impulso alla riflessione teoretica e allo sviluppo dell’umanesimo.

Queste indagini razionali e forme di religiosità a cui si è accennato, insieme a numerose altre che si possono incontrare studiando la storia della civiltà, sono frutto della ricerca e dell’esperienza individuale. Sono una conquista dell’essere umano che vuole conoscere il senso ultimo delle cose e della propria vita. Sono cammini non sempre diritti, più o meno paralleli, che a partire dal vissuto personale si dirigono verso Dio, anche se non sempre lo trovano.

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